Ho letto questa autobiografia di Gigi Proietti con commozione e nostalgia perchè per me, fin da bambino, Gigi Proietti ha rappresentato una figura istrionica e amichevole, quasi come uno di quegli zii che vengono a trovarti con regali e tanta allegria. Ricordo l'entusiasmo con cui guardavo da piccolo i suoi sketch in televisione, sempre puliti e mai volgari, e poi, da grande, come rimasi affascinato dalla genialità di uno spettacolo unico come "A me gli occhi please", guardato e riguardato più volte in videocassetta, da solo e in compagnìa. E anche se non ho seguito la sua carriera più recente, a cominciare dalle fiction Rai che non riesco a digerire, Gigi Proietti è sempre rimasto per me l'emblema del vero artista, capace di sudare copiosamente per tre ore su di un palco per intrattenere il "suo" pubblico, con amore e trasporto ineguagliabili.
Quando Gigi se n'è andato, ho pianto davanti alle immagini del suo funerale in tv, perchè sentivo di aver perso un amico. Ma leggendo questa autobiografia, "Tutto sommato, qualcosa mi ricordo", non si piange, perchè Gigi si è guardato bene dal lasciarsi andare alla nostalgia dei ricordi, e racconta la sua vita con leggerezza (che, dice egli stesso, è "il contrario della superficialità"). Ancora una volta, Gigi si congeda regalando più di un sorriso.