A dire il vero, volevo approcciare un argomento più arzigogolato...
Mai come in questi mesi, le attività delle dogane sono stimolate e pungolate da tutti i governi specifici e, in un quadro più generale dai vertici della Comunità (la maiuscola mi è scappata...).
Qualsiasi prodotto varchi i confini europei senza lasciare un utile (ad altri stabilire la giustezza del peso contributivo). Quando sento che in Spagna ci sarebbe una sorta di certezza nel non pagare le IMPOSTE FISCALI e DAZI DOGANALI, mi stupisco non poco
La Spagna ha le pezze al culo quanto e più di noi, stento ad immaginare un fiume di tavanate asiatiche che passa gratis et amore Dei, la dogana senza lasciare qualche euro alle esangui casse spagnole.
Il discorso si complica e diventa più interessante, se (prendendo alla lettera le dichiarazioni di Cris) la merce "grigia" viene rivenduta facendo leva sull'indubbio gap che passa tra un prodotto disponibile e che ha già passato i controlli doganali, ed un altro che arriva dall'altro alto del mondo, che non si sa se ti arriva, che sarà certamente soggetto a tasse e dazi...
C'è lo spazio per un passaggio distributivo vero. Paradossalmente questo non è il vero problema, visto che i miei tre neuroni già fantasticano del complessivo d'importazione TOTALE, ovvero di qualsiasi genere merceologico! Uno tsunami di prodotti che non genera IVA e DAZI, che contribuisce ad impoverire l'Europa e che, soprattutto, crea una concorrenza sleale mostruosa.
Chiaro che, riflettendo su tali spaventosi scenari, sorrido un poco per le spiegazioni date da Cris rispetto ai corrieri spagnoli con i quali si metterebbero le mani sui prodotti cinesi senza pagare nulla di più del prezzo del prodotto e del relativo trasporto.
Un argomento del genere (vado di ulteriore provocazione) dovrebbe farci riflettere sul ruolo di certe realtà "commerciali" che esistono in Italia e che forse andrebbero bene indagate dal punto di vista della ricezione della merce e del contributo (IVA e DAZI) lasciati al nostro paesello squattrinato.