Consapevole della mia ignoranza in materia dei grandi della letteratura Russa, ho iniziato a colmare tale lacuna con un volume trovato nella libreria lasciatami da mio padre, "I racconti di Pietroburgo - L'ispettore generale" di Nicolaj Gogol.
La lettura mi ha subito catturato, trascinandomi nella Russia zarista del diciannovesimo secolo, caratterizzata da una suddivisione della società civile secondo una gerarchia quasi militare, in cui i funzionari pubblici hanno un proprio grado. In tale rigida e sovente cupa ambientazione, Gogol sviluppa temi cari al romanticismo, come l'abnegazione degli artisti, l'amore galante per una figura di donna spesso idolatrata, e anche un pizzico di mistero e di gusto per l'occulto.
"L'ispettore generale", che costituisce la seconda parte del volume, è invece una divertente commedia dell'equivoco che mette alla berlina proprio la sudditanza nei confronti dei funzionari del governo centrale da parte dei cittadini e degli amministratori locali.
Una lettura scorrevole, piacevole ed interessante, che consiglio a tutti coloro che stiano cercando di avvicinarsi alla letteratura russa prima di cimentarsi con i classici più corposi ed impegnativi.