La
posta elettronica è stato uno dei primissimi utilizzi di internet e ormai tutti dovrebbero avere imparato ad usarla correttamente. Purtroppo la gente fa presto a dimenticare i comportamenti corretti quando gli viene proposta una nuova moda che diventa poi abitudine. La moda si chiama "
webmail" e cecrherò di spiegare brevemente perchè si tratta di una
abitudine sconsigliabile, quando non necessaria.
Ciascun utilizzo di internet viene solitamente espletato attraverso programmi specifici: per sfogliare un sito web si utilizza un browser, per trasferire dei file ad un server remoto si usa un client FTP, per la messaggistica istantanea si usa un programma apposito e così via.
I programmi demandati all'utilizzo della posta elettronica sono sempre stati i "
client di posta elettronica", ovvero applicazioni come Outlook Express, Eudora, Pegasus, The Bat!, Mozilla Mail etc. etc.

Questi programmi, installati sul computer (PC o Mac) consentono, al comando dell'utente, di collegarsi con qualunque indirizzo di posta elettronica impostato e scaricare tutta la nuova posta in entrata cancellandola poi dal server POP3 del proprio fornitore del servizio.
Le e-mail ricevute saranno così
archiviate in locale sul vostro computer dove potrete leggerle, cancellarle, salvarle con nome o organizzarle come meglio preferite, anche senza avere una connessione attiva, in tutta comodità ed
al riparo da sguardi indiscreti (nella misura in cui la vostra postazione è sicura: molto, se avete seguito questo tutorial).
Quello appena descritto è il modo corretto, oltre che più sicuro, di utilizzare la posta elettronica.
Dal momento che ci si può trovare nelle condizioni di dover accedere alla propria posta quando si è fuori casa/ufficio, la maggior parte dei fornitori di servizi e-mail offriva (quasi fin dagli albori di internet) una modalità di accesso via sito web, definita "
webmail". Tale modalità è sempre stata considerata "
provvisoria" e serviva per consultare rapidamente un messaggio urgente prima di tornare alla propria postazione dove sarebbe stato poi scaricato dal client di posta elettronica (e rimosso dal server).

Poi è arrivato Google, con la sua casella
G-mail che offriva talmente tanto spazio da non richiedere (teoricamente) la cancellazione dei messaggi in entrata. E' stata la stessa azienda californiana a
incoraggiare gli utenti a non cancellare nulla dalla loro casella G-mail, tanto di spazio "ce ne è in abbondanza". Ma il motivo per cui Google concedeva (e concede) tanto spazio e incoraggiava gli utenti a non cancellare nulla non era affatto quello di agevolare gli utenti, quanto quello di costruirsi
una gigantesca fonte di informazioni con cui profilare gli utenti e dirigere la propria pubblicità mirata, fonte di guadagni dell'ordine di miliardi di dollari.

Come ha ricordato anche Federico Rampini nel suo recente libro "Rete padrona" la condizione a cui Google forniva gratuitamente tanto ben di dio era l'autorizzazione da parte dell'utente ad
accedere liberamente a tutte le mail archiviate sui server di Gmail! In pratica sarebbe come se voi autorizzaste il vostro postino ad aprire e leggere tutte le lettere indirizzate a voi prima di consegnarvele!
Altri fornitori di servizi telematici si sono presto adeguati a tale costume e così l'utenza media ha disimparato ad usare correttamente la posta elettronica, complici anche gli odierni smartphone (o stupidphone) che ci stanno abituando ad usufruire di internet quando siamo lontani dalle nostre postazioni di casa o ufficio (infinitamente più sicure).
Non c'è un modo indolore per tornare ad usare la posta elettronica in modo sicuro e discreto:
dovete smettere di usare la webmail e installare un buon client di posta elettronica sul vostro computer, che sarà l'unico posto dove manterrete archiviate le vostre comunicazioni personali e professionali (magari facendo un backup di tanto in tanto, su un hard disk esterno o anche su uno spazio di archiviazione online, però protetto da sguardi indiscreti, al contrario dei server di webmail).